Codice Diplomatico Istriano (CDI)

Codice Diplomatico Istriano (CDI) è una collezione di documenti, riguardanti il territorio dell'Istria e di Trieste, prodotti nel periodo che va dal 50 al 1526, raccolti e stilati per la stampa da P. Kandler. All'inizio fu pubblicata su fogli separati e numerati, in forma di allegato a singoli numeri della rivista l'Istria nel 1851 al 1852, e comprendeva 154 diplomi che furono nella maggior parte pubblicati nell'edizione definitiva della collezione.

La seconda edizione fu pubblicata a Trieste da P. Kandler nel 1862 - 65. Allora la collezione conteneva 1551 documenti, e fu pubblicata senza l'intestazione, senza un indice e con i fogli non rilegati. I documenti pubblicati nella collezione, eccetto alcuni, non furono compresi nel Codex diplomaticus Regni Croatie, Dalmatiae et Slavoniae, ma neppure in altri codici diplomatici. Kandler pensò e cominciò a pubblicare, quest'opera, perché convinto che ciò fosse la migliore base per lo studio della storia antica e medievale dell'Istria. I documenti e i diplomi li pubblicò su fogli non rilegati e non numerati, per facilitare più tardi l'aggiunta di nuovi fogli e per il raggruppamento dei vari documenti. Li pubblicava singolarmente, su fogli separati, senza un seguito organico, cronologia o alcun piano, ma semplicemente come li scopriva, riceveva, trascriveva o dava in trascrizione da testi più antichi. Prevalentemente finanziava tutto lui, ma riceveva in parte anche un sostegno finanziario. La maggior parte degli scritti e documenti è in lingua latina; si tratta per lo più di diplomi ecclesiastici e di autorità laiche, ma anche altri documenti importanti per storia politica, ecclesiastica, amministrativa e sociale dell'Istria. Li scopriva principalmente da solo, ma anche con il contributo di molti collaboratori, molti dei quali non erano professionalmente preparati per questo tipo di lavoro. Molte volte neppure lui agiva in modo professionale, perchè correggeva e completava i documenti originali, fidandosi principalmente sul proprio sapere. Il suo punto debole consisteva nel correggere il tardo latino facendolo avvicinare al latino classico. Spesso non teneva conto della qualità delle trascrizioni fatte dai suoi collaboratori, e faceva le correzioni da solo, senza compararli con l'originale. Perfino nei documenti da lui trascritti dall'originale, ci sono delle omissioni di trascrizione rispetto all'originale. Per ciò nel Codice ci sono molti errori di lettura e date. Su iniziativa di G. Borri e G. Cervani, presso la società triestina, Società di Minerva, fu promosso il lavoro di revisione dell'opera. Borri fece una selezione del numero di documenti per secoli, un elenco dei trascrittori e un indice speciale delle fonti dei documenti. In seguito, nel 1980, incominciò l'opera basilare del così detto regesto - registro cronologico di tutti i documenti pubblicati dell'Istria e di Trieste, per il periodo che va fino al 1526; con l'esatta indicazione della fonte, e l'elaborazione di un "campione esemplare" del Codice. La redazione del campione esemplare del Codice e dell'Indice è stata terminata nel 1982. Ogni singola unità della collezione, che qualche volta contiene anche più documenti, è denominata elemento, e tutti gli elementi furono sistemati, secondo l'idea promossa da Kandler, in cinque gruppi, ciòè in cinque volumi: I., volume dal 50 al 1194 (187 elementi); II., volume  dal 1200 - 99 (290 elementi); III., volume  dal 1300 - 99. (423 elementi); IV. volume dal 1400 - 99 (395 elementi); e il V. volume dal  1500 - 26 (256 elementi) complessivamente 1551 elementi. Contemporaneamente Reinhard Hartel incominciò a pubblicare delle aggiunte agli atti di Kandler. Harte, partecipando alla preparazione di un codice diplomatico del Patriarcato d'Aquileia, in molti archivi, biblioteche e musei scoprì anche numerosii documenti che riguardano la storia medioevale dell'Istria e di Trieste, mai fino allora pubblicati. Dei 109 documenti, che ha scoperto per il periodo dal 1036 al 1512 solamente 17 erano stati fino allora pubblicati nel Codice Istriano, 55 invece  erano fino a quel momento del tutto sconosciuti. Ciò lo indusse a pubblicare il regesto-registro di tutti questi documenti e sette altri come un allegato al Codice (Aggiunte al Codice Diplomatico Istriano. AMSI, 1984.), menzionando nell'introduzione di porre attenzione sulla possibilità di errori permanenti in caso si facesse un Indice. D'altronde ha espresso la necessità di una revisione di base, per il primo e il secondo volume CDI, ciò è dei documenti pubblicati fino alla fine de XIII secolo.  Una nuova edizione del CDI era stata pubblicata nel 1986 a Trieste da Fulvio Colombo, Renzo Arcon e Tito Ubaldini. La nota d'introduzione era stata scritta da Carlo Guido Mor, e l'introduzione da F.Colombo e R. Arcon. In questo modo il Codice di Kandler divenne più accessibile a un più ampio cerchio di storici, e ciò aiuterà a scoprire  dati non esatti e stimolare  un ricerca e lavoro meglio organizzato e rivolto al Codice.

BIBLIOGRAFIA: C. De Franceschi, Il Codice diplomatico istriano, Pagine Istriane, 1912, 10; G. Borri, Ricognizione del Codice diplomatico Istriano e progetti di aggiornamento, AMSI, 1969, 17; D. Klen, Stodvadeset godina Kandlerovog diplomatičkog Zbornika Istre – Što dalje s njim?, VHARP, 1986, 28.

M. Mogorović-Crljenko

http://104.105.55.157/

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C. De Franceschi, Il Codice diplomatico istriano, Pagine Istriane, 1912, 10; G. Borri, Ricognizione del Codice diplomatico Istriano e progetti di aggiornamento, AMSI, 1969, 17; D. Klen, Stodvadeset godina Kandlerovog diplomatičkog Zbornika Istre – Što dalje s njim?, VHARP, 1986, 28.

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