Eufrasiana

Eufrasiana, cattedrale parentina, denominata così in onore del vescovo Eufrasio che verso la metà del VI secolo ristrutturò a fondo il complesso della cattedrale e adornò di mosaici la grossa basilica. Prima della ristrutturazione operata da Eufrasio, ci furono almeno due fasi degli edifici paleocristiani nello stesso luogo.

Nella prima fase, fu eretta nel IV secolo una chiesa pubblica i cui resti si trovano a nord della basilica Eufrasiana. Si trattava di un edificio con tre diverse sale quadrangolari nelle quali si sono conservati i resti del mosaico pavimentale. Parte del vano settentrionale probabilmente fungeva da battistero. Nella chiesa si entrava attraverso il nartece che aveva un mosaico pavimentale in ceramica, mentre sul lato settentrionale era chiuso da un abside semicircolare. La chiesa è stata eretta nel punto degli antichi edifici profani di Roma le cui pareti sono state in parte sfruttate per la sua costruzione. La storiografia più antica interpretava parte della struttura di queste case romane, come resti delle chiese segrete risalenti al periodo precostantiniano (domus ecclesia), collegando tutto con i dati della scritta che menziona il trasporto della salma del vescovo Mauro, per intercessione del quale è stata ristrutturata la prima chiesa (primitiva ecclesia). Secondo queste interpretazioni, alla chiesa nascosta apparteneva la sezione del mosaico con l'immagine del pesce, quale simbolo segreto della cristianità. Verso la metà del V secolo, questa prima chiesa fu ristrutturata e ampliata: questa fase del complesso della cattedrale viene denominata dagli esperti come pre-eufrasiana. Essa consisteva di due basiliche parallele a tre navate, divise da uno stretto corridoio e dalla cisterla. Davanti alle loro facciate si estendeva un lungo nartice con un pavimento in mosaico (motivo a spina di pesce). La grande basilica (meridionale) ha la pianta identica a quella Eufrasiana, ad eccezione del lato orientale dove terminava con una parete diritta. I mosaici pavimentali sono conservati sotto il pavimento della Basilica eufrasiana; nel suo presbiterio si trovava una panca semicircolare per i sacerdoti e il vescovo (synthronos). La basilica più piccola è conservata nei suoi resti archeologici; nell'elevazione sono visibili soltanto i resti dell'arco trionfale e di un arco appartenente all'arcuatura settentrionale.  Il syntronos e i resti del pavimento in mosaico sono conservati sotto il pavimento dell'odierna sacrestia. Al complesso della Pre-eufrasiana appartneie anche un battistero ottagonale conservato con un fonte battesimale esagonale piantato in terra. Fra il battistero e la grande basilica c'era un giardino - l'atrio, mentre attorno, uno spazio poligonale. Nella dettagliata ristrutturazione ai tempi del vescovo Eufrasio, la grande basilica ricevette un nuovo presbiterio con absidi, un colonnato e una decorazione, è stata costruita la cappella memoriale, un nuovo atrio e il palazzo vescovile, mentre la basilica più piccola e il battistero sono rimaste all'interno del nuovo complesso. La basilica ha delle colonne di marmo con degli sfarzosi capitelli e dei mobili di marmo proconnesio. La ringhiera dell'altare è stata restaurata secondo la supposta forma originale, con i frammenti conservati. La plastica architettonica e i mobili presentano le caratteristiche della scultura bizantina della metà del VI secolo e probabilmente sono nati nelle officine di scultura imperiali in Grecia e successivamente, come prodotto finito, portati a Parenzo. Il presbiterio triabsidale era del tutto ricoperto di una grande composizione mosaicale. Il programma iconografico dell'abside principale consiste di un'immagine di Cristo con gli apostoli, sull'arco del trionfo, una serie di medaglioni con i ritratti delle sante nella superficie concava interna dell'arco trionfale (intradosso) e di grandi quadri nella stessa abside. Nella calotta è rappresentato Cristo in braccio alla Madonna, sul trono, mentre ai lati vi sono gli angeli e i santi martiri. La scritta menziona S. Mauro, il protettore della città. In compagnia di santi e angeli sono illustrati il vescovo Eufrasio con un modello della basilica nelle mani, il diacono Claudio e suo figlio Eufrasio. Sotto vi sono le immagini dell'Annunziazione e della Visitazione, le rappresentazioni di S. Zaccaria e S. Giovanni Battista. Una corona di stucco, in rilievo, divide il mosaico dalle decorazioni nella parte bassa dell'abside che consiste in una serie di campi rettangolari realizzati nella tecnica del variopinto opus sectile. Verso il fondo dell'abside c'è una panca di marmo completamente conservata per il clero, con il trono vescovile. Nelle absidi laterali si sono conservate soltanto le parti del mosaico nella calotta, con l'immagine di Cristo che pone in testa ai santi le corone di martiri.  La varietà delle tecniche di decorazione interna della basilica sono completate anche da una stuccatura policroma conservatasi nell'area della colonnata settentrionale  e delle finestre della facciata. I resti delle composizioni mosaicali si trovano anche sul frontone del fronte e del retro della chiesa. L'atrio dell'Eufrasiana ha la forma di un quadriportico con tre arcate su ogni lato. Le colonne e i capitelli sono della stessa fattura di quelli nella basilica. A nord dell'atrio è stato costruito il palazzo vescovile, un edificio ad un piano con una grande sala centrale al primo piano. Gli spazi sul lato settentrionale sono caratterizzati da absidi semicircolari, delle quali quella centrale è maggiore. Si è conservato il tribelon centrale, di fronte alla grossa abside nel vano centrale, adornato da stuccature policrome e capitelli marmorei; sulle imposte c'è una composizione simbolica in rilievo della croce posta fra due colombe. Nel restaurato palazzo vescovile è stato sistemato un museo ecclesiastico nel quale sono esposti monumenti in pietra e reperti dagli scavi archeologici, frammenti di mosaici pavimentali del IV e del V secolo, frammenti di sculture del II-VI secolo, sculture lignee romaniche, gotiche e rinascimentali, un polittico di Antonio Vivarini, un trittico di Antonio da Padova.

Nel corso del medio evo al complesso dell'Eufrasiana sono state apportate minime modifiche. Venne abbandonata e demolita la basilica minore, in parte sostituita nell'VIII secolo con una piccola cappella a tre absidi. L'aspetto del presbiterio della basilica Eufrasiana è stato in parte modificato nel 1267, quando fu sistemato il ciborio quadrangolare adornato da mosaici. Al complesso della cattedrale appartiene anche l'edificio romanico della canonica costruito nel 1251.

BIBLIOGRAFIA: B. Molajoli, La basilica Eufrasiana di Parenzo, Padova 1943; A. Šonje, Predeufrazijevske bazilike u Poreču, Zbornik Poreštine, 1971, 1; G. Bovini, Antichità cristiane della fascia costiera istriana da Parenzo a Pola, Bologna 1974; I. Matejčić, The Episcopal Palace at Poreč – Results of the recent explorations and restorations, Hortus artium medievalium (Zagreb i Motovun), 1995, 1; N. Cambi, Ideo in honore duplicatus est locus, Radovi Filozofskog fakulteta u Zadru, 1997, 36; G. Cuscito, Ancora su Mauro Episcopus et confessor e sul locus duplicatus di Parenzo, u: Domum tua dilexi. Miscelanea in onore di Aldo Nestori, Studi di antichita cristiana, 53, Città del Vaticano 1998; I. Matejčić, P. Chevalier, Nouvelle interprétation du complexe »pré-euphrasien« de Poreč, Antiquité Tardive, 1998, 6; 1998; A. Terry, F. Gilmore Eaves, Retrieving a record: a century of archaeology at Poreč, Zagreb 2002; P. Chevalier i I. Matejčić, Du cardo au »nartex« de la cathédrale: contribution à l’étude du développement du groupe épiscopal de Poreč, Mélanges d’ Antiquité tardive Studiola in honorem Noël Duval, 2004, 5.

I. Matejčić

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Literatura

B. Molajoli, La basilica Eufrasiana di Parenzo, Padova 1943; A. Šonje, Predeufrazijevske bazilike u Poreču, Zbornik Poreštine, 1971, 1; G. Bovini, Antichità cristiane della fascia costiera istriana da Parenzo a Pola, Bologna 1974; I. Matejčić, The Episcopal Palace at Poreč – Results of the recent explorations and restorations, Hortus artium medievalium (Zagreb i Motovun), 1995, 1; N. Cambi, Ideo in honore duplicatus est locus, Radovi Filozofskog fakulteta u Zadru, 1997, 36; G. Cuscito, Ancora su Mauro Episcopus et confessor e sul locus duplicatus di Parenzo, u: Domum tua dilexi. Miscelanea in onore di Aldo Nestori, Studi di antichita cristiana, 53, Città del Vaticano 1998; I. Matejčić, P. Chevalier, Nouvelle interprétation du complexe »pré-euphrasien« de Poreč, Antiquité Tardive, 1998, 6; 1998; A. Terry, F. Gilmore Eaves, Retrieving a record: a century of archaeology at Poreč, Zagreb 2002; P. Chevalier i I. Matejčić, Du cardo au »nartex« de la cathédrale: contribution à l’étude du développement du groupe épiscopal de Poreč, Mélanges d’ Antiquité tardive Studiola in honorem Noël Duval, 2004, 5.

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