Pandolo

Pandolo, vecchio gioco istriano d'infanzia, probabilmente pastorale. Si gioca con due bastoni o rami. L'attaccante con un colpo di bastone fa balzare un pezzetto appuntito e tenta di mandarlo, con un altro colpo di bastone eseguito in aria, il più lontano possibile nel campo, dove i difensori tentano di bloccarlo.

Il gioco ha avuto il nome nell'età romana secondo il pezzo di legno biconico appuntito in modo caratteristico. Il termine pandolo nel dialetto istroveneto significa anche una specie di pane, è sinonimo di ebete, di sciocco, è un'allusione all'organo genitale maschile, e un attrezzo di pesca e di navigazione. Un abbastanza ampio numero di denominazioni conferma l'espansione territoriale del gioco, per es. pendul a Pisino, lippa, nizza, ghiarre in Italia, klis in Bosnia, xiliki in Grecia, tala in Spagna, bâtonnet in Francia, tip-cat in Inghilterra, čižija in Russia. A causa del pericolo che causa il movimento della parte del legno appuntito, pandolo era vietato nello statuto di Cherso dal XV sec., e dal proclamo della Repubblica di Venezia dal 1546. Capris - la società dedicata a far rivivere Capodistria antica, dal 1993 alla Piazza Tito a Capodistria prepara il torneo di pandolo per la coppa di San Nazario. A Portorose, Isola, Capodistria e Pola sono nate diverse società simili.

BIBLIOGRAFIA: Ciro Dell’Aura (L. Decarli), Breve manuale di pandologia, Trieste 1981; F. Hmeljak, L. Decarli, Pandolo, Koper 1994.

F. Hmeljak

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Literatura

Ciro Dell’Aura (Lauro Decarli), Breve manuale di pandologia, Trieste 1981.; Franko Hmeljak, L. Decarli, Pandolo, Koper 1994.