Histri o Istri
Histri o Istri (lat. Histri, Istri, gr. 'Ίστρoι), popolo di discendenza indoeuropea, che si era formato agli inizi della età del ferro (X - IX sec. a. C.), insediatosi in Istria immediatamente prima di questa.
Nei primi periodi storici (gli ultimi secoli a. C.), controllavano l'intera Istria, cioè il territorio dal Timavo e il golfo di Trieste alla Ciceria e il Monte Maggiore, e al fiume Arsa. Gli archeologi studiavano i loro abitati (castellieri) e la cultura materiale sugli oggetti riposti nelle tombe incineratorie. Nei secoli VI e V a. C. venivano in contatto con i Veneti all'ovest e con gli abitanti del territorio est alpino, e nelle loro tombe più ricche sono frequenti i ritrovamenti dei vasi di ceramica dipinti provenienti dalle coste della penisola Appenninica (Apulia, Daunia), e anche dalla Grecia. Le sculture monumentali in pietra del Nesazio sono create sotto l'influsso dell'arte arcaica greca attorno al VI sec. a. C. Sono affini ai Liburni e ai Veneti, i popoli vicini all'est e all'ovest, mentre per i legami con gli Iapigi non sono state svolte delle ricerche più profonde. L'unica fonte che parla delle tribù degli Histri deriva dal primo periodo romano (I sec. a. C.), e menziona i Runditi, i Subocrini e i Catali (vivono nel retroterra di Trieste) e i Fecussi (collocazione ignota). Nelle fonti greche e romane dal IV sec. a. C. vengono menzionati come pirati, perché controllavano con le navi armate il mare attorno al sud dell'Istria. Per questa ragione hanno avuto come minimo due scontri bellicosi con i romani (le guerre histriane). Dopo che i romani nel 221 a. C. hanno distrutto i loro castellieri e le navi, e in tal modo gli hanno impedito di assalire le navi greche e romane, gli Histri, sotto la guida di Epulo, hanno stretto l'alleanza delle tribù, con la quale hanno tentato di impedire l'allargamento dell'influsso e del potere romano da Aquilea. Sono stati vinti negli scontri bellici durati due anni (178 e 177 a. C.), e in seguito all'assedio decisivo di Nesazio, Epulo ha insieme ai suoi commilitoni commesso il suicidio. Gli Histri allora dovettero riconoscere il potere romano, disarmarsi e pagare il tributo. In questo modo il loro regno è stato distrutto già ai suoi inizi, perché fino al 177 a. C., con grandi probabilità, non era stato formato completamente nel senso della formazione statale. Anche se sono stati vinti, hanno continuato a vivere indisturbati nei castellieri, finché i romani non hanno, verso la metà del I sec. a. C., fondato le colonie a Trieste (Tergeste), a Pola (Pola) e probabilmente a Parenzo (Parentium), ed espellendo gli Histri dalla costa, gli hanno spodestati, e hanno dato i terreni ai propri coloni. Nell'entroterra e al nord dell'Istria i rapporti relativi ai possedimenti per un certo periodo sono rimasti immutati. Allora comincia la romanizzazione, il processo di acculturazione lenta, che era più evidente lungo la costa occidentale e al sud dell'Istria, mentre nell'entroterra era lento e superficiale. Gli Histri non hanno sviluppato i centri municipali di auto amministrazione secondo il modello romano, cioè secondo il modello dei Liburni, perché i migliori lotti di terreno erano nelle mani romane. Nell'ambito della cultura religiosa veneravano soprattutto le dee (Boria, Trita, Ica e altre). Dopo il trasferimento del confine tra l'Italia e gli Illiri dal fiume Risana all'Arsa, l'Histria diventa parte dell'Italia, cioè della sua → Regione decima. Dal nuovo confine sul fiume Arsa iniziava Liburnia, cioè la provincia Illirica (dall'11 a. D. Dalmazia). Nell'entroterra dell'Istria durante il I sec. gli Histri hanno avuto ancora qualche elemento della loro tradizione popolare (i culti, i nomi propri), che hanno conservato nella cultura romana, perché sono stati già parzialmente romanizzati, però nel tempo a venire la loro tradizione gradualmente svanisce.
BIBLIOGRAFIA: M. Suić, Antički grad na istočnom Jadranu, Zagreb 1976; S. Čače, Rimski pohod 221. godine i pitanje političkog uređenja Histrije, Radovi Filozofskog Fakulteta u Zadru, 1989, 28, Razdio povijesnih znanosti, 15; M. Križman, Antička svjedočanstva o Istri, Pula 1997; M. Šašel-Kos, Pre-roman Divinities of the Eastern Alps and Adriatic, Situla, Ljubljana, 1999, 38; A. Starac, Rimsko vladanje u Histriji i Liburniji, Društveno i pravno uređenje prema literarnoj, natpisnoj i arheološkoj građi, II, Liburnija, Pula 2000; K. Mihovilić, Nezakcij, prapovijesni nalazi 1900–1953, Pula 2001.
R. Matijašić
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