Mosconi

Mosconi (ted. Moschkon zu Thurnam e zu Ortenegg), la famiglia nobile d'origini bergamasche che nel XVI sec. aveva possedimenti in Istria. Alessio (morto nel 1540), mercante di stoffe, il cittadino di Ptuj, ha comprato nel 1532 dall'imperatore austriaco la contea di Pisino per 26000 fiorini di raina ed ha avuto la giurisdizione civile e penale sui sudditi e il patronato sulle chiese e sui benefici appartenenti.

Dopo viveva a Pisino con la famiglia. La sua vedova Eufrosina nata Pramperger (morta nel 1565) ha avuto nel 1543 in pegno Novacco di Pisino. Il loro figlio Giovanni (morto nel 1543), il capitano di Pisino, con il testamento dal 1541 ha fatto costruire a Pisino l'orfanotrofio, dopo nominato Ospizio Mosconi (1543), e gli ha lasciato 23 case, i mulini e i terreni. L'istituzione doveva occuparsi della cura degli anziani e dei malati, dell'istruzione degli orfani e di fornire le ragazze orfane con la dote. Dopo l'estinzione della famiglia (1579), tramite il testamento l'orfanotrofio è passato nelle mani del comune. In onore del fondatore ogni anno si teneva la messa, e all'anniversario della morte di Giovanni veniva elargita l'elemosina ai poveri. Il secondo figlio di Alessi Cristoforo era anche capitano di Pisino. A causa della sfavorevole situazione finanziaria nella quale si trovavano i comuni di Pedena, Gallignana, Antignana e Gimino, nel 1555 li ha dati in pegno a Giovanni Battista Valvasore. Con tale atto probabilmente voleva coprire i propri abusi, i quali hanno portato Ferdinando d'Asburgo a toglierli tutti i diritti sulla contea di Pisino, dopo un processo giudiziario. Gli abitanti di Pisino, Gallignana, Vermo e Pedena, si sono lamentati diverse volte in forma scritta all'imperatore in Vienna, sulla intromissione esagerata di Cristoforo nella amministrazione locale delle città, nell'attività delle chiese e in quella dei monasteri. I Mosconi stimolavano l'insediamento degli immigranti slavi, soprattutto di profughi dalla Dalmazia e dalla Bosnia occidentale. I discendenti di Cristoforo, anche dopo aver perso la contea sono rimasti in Istria: Alessandro e Mattia sono menzionati attorno al 1560, e Antonio nel 1579.

BIBLIOGRAFIA: C. De Franceschi, Storia documentata della Contea di Pisino, AMSI, 1963, 10–12; M. Bertoša, Istra: Doba Venecije (XVI.–XVIII.stoljeće), Pula 1995; D. Alberi, Istria: Storia, arte, cultura, Trieste 1997.

S. Bertoša

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Literatura

C. De Franceschi, Storia documentata della Contea di Pisino, AMSI, 1963, 10–12; M. Bertoša, Istra: Doba Venecije (XVI.–XVIII.stoljeće), Pula 1995; D. Alberi, Istria: Storia, arte, cultura, Trieste 1997.