Bale, rodno mjesto Giuliana Palazzola, (http://www.valledistria.eu/)

Palazzolo, Giuliano

Palazzolo, Giuliano (Pallazziol, Antonio), frate dell’Ordine dei Minori e poeta in italiano, latino e in dialetto istrioto di Valle (Valle d’Istria, 16 agosto 1871 – Roma, 10 aprile 1950).

Giuliano Palazzolo, al secolo Antonio Pallazziol, nacque in una famiglia contadina, da Antonio Pallazziol – Score e Antonia Dalbertis. Dimostrò fin da bambino inclinazione allo studio e, terminate le classi elementari a Rovigno, nel 1884, per interessamento del podestà, Tomaso Bembo e del parroco, Paolo Deperis, poté iniziare gli studi teologici al seminario di Chiampo, presso Vicenza. Concluso il percorso scolastico, il 2 settembre 1894 vestì l’abito francescano e prese il nome di Giuliano, in onore del patrono del paese natio. Cambiò pure il cognome in Palazzolo, intriso com’era di cultura classica e ritenendo essere questa la forma originaria del nome di famiglia. Eccetto una breve permanenza a Rovigno negli anni 1905-1908, trascorse la maggior parte della vita in Veneto, dove fu impegnato nell’insegnamento di materie umanistiche nei collegi di Vittorio Veneto, Monselice, Lonigo, Vicenza. In quest’ultima città, inoltre, dal 1914 al 1928 diresse la rivista Il Terz’Ordine Francescano. L’ultima parte della vita, il Palazzolo la trascorse nel Collegio di S. Antonio a Roma. Ottenuto nel 1933 in quella sede il titolo di Dottore, venne nominato lo stesso anno Lettore Generale di S. Teologia e, nel 1941, Lettore Generale Giubilato.

Fin dagli anni di studio trascorsi al collegio di Chiampo, il Palazzolo iniziò a dedicarsi alla poesia componendo versi in latino, italiano come pure in dialetto istrioto di Valle, in maccheronico e in dialetto veneto. Della sua ricca creazione in versi per primo ne ha dato notizia il lessicografo Enrico Rosamani e, in seguito, il linguista vallese Domenico Cernecca. La produzione poetica di Giuliano Palazzolo rientra prevalentemente nel filone della poesia religiosa, d’intenti gnomico-didattici e celebrativi. Si tratta per lo più di poesia d’occasione, estemporanea, non scevra di toni arguti e scherzosi, nella quale il poeta sapientemente innesta, entro un tessuto lessicale popolare, stilemi e riferimenti tratti dalla poesia colta e tradizionale. Tra i componimenti pubblicati finora, ricordiamo: le sestine scherzose In lode dei Maccheroni di Valle d’Istria vulgo “Macaroi”, 1906; il panegirico in occasione del cinquantenario della consacrazione sacerdotale di mons. Giovanni De Gobbis, Din, den, don ossia le campane di Valle (Dialogo in vernacolo vallese fra Matio e Zujan), 1920; il dialogo Nel cinquantesimo anniversario della Consacrazione della Chiesa di Valle d’Istria (Dialogo in vernacolo vallese fra Toni e Zuian), 1932.

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Literatura

Enrico Rosamani, „Giuliano Palazzolo“, Pagine Istriane, II, 5, 1951., 32-33;

Domenico Cernecca, „Valle d’Istria e il suo poeta in vernacolo“, Bollettino del Centro per lo studio dei dialetti veneti dell’Istria, 2, 1973.-1974., 9-29;

isti, „Giuliano Palazzolo e la sua poesia dialettale“, Studia Romanica et Anglica Zagrabiensia, 44, 1977., 225-243;

Sandro Cergna, „I componimenti in dialetto istrioto (e istroveneto) di Valle d’Istria del Frate Giuliano Palazzolo“, Tabula, 20, 2023., 113-136.