Centro per la ricerca marina di Rovigno (Istituto Ruđer Bošković)
Centro per la ricerca marina di Rovigno, istituzione per la ricerca scientifica dell'Istituto "Ruđer Bošković" di Zagabria. L'istituzione è stata fondata nel 1891 da O. Hermes come filiale dell'acquario di Berlino con il compito di rifornire la centrale tedesca con materiale vivo e acqua di mare. Oltre all'acquario, nell'ex Station des Berliner Aquariums c'erano diverse sale destinate alla ricerca scientifica.
Siccome Rovigno presentava tutta una serie di condizioni favorevoli per la ricerca scientifica, nacque un grande interesse tra gli scienziati di tutta Europa, e l'edificio dovette essere ampliato nel 1900, e venne altresì allestito un piccolo giardino botanico di piante autoctone. I laboratori della neo-nominata Zoologische Station Rovigno sono dotati d'installazioni tra le più moderne e di attrezzature per la ricerca biologica.
Con la propria nave da ricerca, nel 1909 e nel 1911, R. Virchow svolse le prime ricerche sistematiche di plancton nell'Adriatico. Grazie alla donazione di P. Schottländer da Breslavia (Wroclaw) vennero costruite la nuova nave da ricerca Albatross e il sottomarino Loligo. Durante la prima guerra mondiale la stazione rimase chiusa. Dopo la guerra, l'istituto che fu ribattezzato "Stazione Zoologica di Rovigno d'Istria" e quindi "Istituto di biologia marina per l'Adriatico" si occupò di ricerca planctonica e ittiologica e di lotta contro la malaria in Istria.
Dopo che nel 1931 fu concordata un'amministrazione comune del tedesco "Kaiser-Wilhelm Gesellschaft zur Förderung der Wissenschaften" e dell'italiano "Reale Comitato talassografico italiano", l'istituto fu ancora ribattezzato "Deutsch-Institut für italienisches Meeresbiologie zu Rovigno" ossia "Istituto italo-germanico di biologia marina di Rovigno d'Istria". Come preside tedesco è stato nominato il professor A. Steuer, e come preside italiano M. Sella. Sotto la guida di A. Vatov iniziano delle ampie ricerche quantitative sul popolamento del fondale marino del nord e del centro dell'Adriatico.Il personale permanente e molti scienziati in visita si occupavano maggiormente di tassonomia, di ecologia e di fisiologia degli organismi marini (I. Hammerling è riuscito a eseguire il trapianto di nuclei cellulari nelle alghe marine). Dal 1932 l'istituzione pubblica i bollettini "Thalassia" e "Nota-Notizen". Verso la fine della Seconda guerra mondiale l'istituto è stato di nuovo chiuso, le attrezzature scientifiche e il fondo librario furono portati in Italia, e, in misura minore, in Germania; gli edifici furono saccheggiati. L'Istituto venne ripristinato nel 1948 con il nome di "Istituto di biologia della pesca" quale parte dell'Istituto di oceanografia e pesca di Spalato, nel 1952 divenne parte dell'Accademia Jugoslava delle Scienze e delle Arti (JAZU) e si trasformò in Istituto di Biologia Marina dell'Accademia Jugoslava delle Scienze e delle Arti. Tranne le classiche ricerche biologiche e idrografiche, vi è una forte enfasi anche sulla coltivazione di ostriche e cozze. Nel 1956 l'Istituzione pubblica il bollettino Thalassia Jugoslavica. Nell'edificio è stato sistemato nel 1962 il Laboratorio di radiobiologia marina dell'Istituto "Ruđer Bošković". Quest'Istituto e l'Accademia JAZU hanno concordato un'amministrazione comune sull'Istituzione, che nel 1969 divenne parte integrante dell'Istituto "Ruđer Bošković" e fu ribattezzata "Centro per la ricerca marina."Le ricerche scientifiche di oceanografia biologica, chimica e fisica si basano su un approccio interdisciplinare complesso nell'ambito di progetti nazionali e internazionali. Si sviluppano anche ricerche nel campo della microbiologia, tossicologia e biologia molecolare marina, si risolvono problemi di base sull'allevamento di avannotti e sulla circolazione della materia nell'Adriatico settentrionale. S'introduce l'attività didattica a livello di studi post-laurea, si organizzano incontri scientifici e professionali. Il Centro impiega quaranta scienziati, le cui ricerche sul campo e in laboratorio sono volte a determinare le condizioni e a monitorare i cambiamenti negli ecosistemi dell'Adriatico nord-occidentale, in particolare sulla biodiversità, l'inquinamento e l'eutrofizzazione marina. Il Centro dispone di una moderna barca per le ricerche "Villa Velebit", dei motoscafi "Burin" e "Triton", di una biblioteca di circa 20.000 unità, di una banca dati oceanografici generali continua che parte dal 1969, di collezioni zoologiche di documenti di 1.100 specie di invertebrati e pesci del Mare Adriatico e di un erbario che conta circa 400 specie di alghe e fiori marini.
BIBLIOGRAFIA: T. Gamulin i dr., 70 godina Biološkog instituta u Rovinju 1891–1961, Thalassia Jugoslavica, 1964, 2; D. Zavodnik, A North Adriatic centenarian: the marine research station at Rovinj, Helgoländer Meeresunters (Hamburg) 1995, 49; isti, The 110th anniversary of the marine research station at Rovinj (Adriatic Sea, Croatia), Curriculum vitae, Periodicum biologorum, 2002, 104.
D. Zavodnik
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