Comunita' degli Italiani

Comunità degli Italiani si chiamavano così le associazioni fondate dopo la fine della seconda guerra mondiale da gruppi di cittadini Italiani residenti fuori Italia. Nella Iugoslavia socialista le associazioni erano chiamate Circoli italiani di cultura (CIC). Fondati nella metà del 1946 a Fiume, Pola e Abbazia; nel febbraio del 1947 cambiarono il nome di CIC in Unione degli Italiani dell'Istria e di Fiume /UIIF/. Fu allora deciso di fondare nuove sedi in cittadine e paesi nei quali vivevano gli Italiani: Albona, Dignano; Fasana, Gallesano, Lussinpiccolo, Parenzo, Pisino, Rovigno, Sissano, Torre di Parenzo, Valle d'Istria e Visignano. Nella Zona B dell'Istria occidentale nel 1945-46 furono fondate le così dette comunità popolari di cultura, a Buie, Capodistria, Isola, Pirano e Umago che nel 1950 si trasformarono in CIC e nel 1950 entrarono a fare parte dell'UIIF; nel 1952 si associò all'UIIF la comunità degli Italiani di Città Nova. Dopo la firma del memorandum di Londra del 1954 tutte le comunità divennero parte, come unità autonome, dell' UIIF.

Nell'ambito delle comunità si svilupparono biblioteche, sale di lettura, attività sportive, artistiche e culturali. In queste manifestazioni e attività parteciparono cori, orchestre di mandolinisti e vari gruppi di filodrammatica. Nel periodo di transizione, dal 1940 agli anni 50, la situazione politica della comunità nazionale italiana era assai difficile, dovuta dall'esodo (l'esodo, questione triestina), diminuì l'attività di alcune comunità, mentre alcune persino cessarono di operare (per esempio Fasana, Lussinpiccolo, Pisino e Visionano, riaperte appena nel1990). La situazione in un certo modo migliorò dopo la firma del Memorandum di Londra nel 1954. La sede della comunità degli Italiani a Salvore fu aperta nel 1954, a Verteneglio nel 1968. Durante la riforma del sistema politico jugoslavo 1971 - 73 e per l'esplicita volontà della UIIF,  tutti i circoli italiani di cultura furono trasformati in comunità degli Italiani (CI), che divennero così i rappresentanti ufficiali del gruppo etnico italiano di un determinato territorio. Ciò aiutò le comunità italiane, ottennero un peso politico e una concreta funzione politica, mentre prima si manifestava solamente attraverso attività artistico - culturali. In Slovenia, con la riforma della costituzione jugoslava del 1974 sono state fondate, le così dette comunità d'interesse autogestite dalla nazionalità, però queste comunità non sostituirono le Comunità degli Italiani (CI), che continuarono a funzionare ed operare, nel capodistriano. Nuove comunità furono fondate a Villa Nova di Parenzo nel 1974, a Cherso nel 1982 (prima operava in ambito della comunità di Fiume), a Plostine in Slavonia presso Pakrac nel 1984. Con la democratizzazione della società croata negli anni novanta (1990) e dopo, numerose comunità italiane entrarono a fare parte dell'Unione degli Italiani: Bertocchi, Castelvenere, Crassiza, Crevatini, Draga di Santa Marina, Grisignano, Kutina /Slavonia/, Laurana, Levade-Gradnje, Lipik  (Slavonia), Materada, Momiano,, San Lorenzo del pasenatico, Montona, Orsera, Pinguente, Lovrecica-Babici, Castelliere --- Santa Domenica, Spalato, Sterna, Stridone, Visinada, e Zara. A Isola è stata fondata nel 1997-98 una comunità italiana parallela a quella già esistente con il nome di Comunità degli italiani "Dante Alighieri".

BIBLIOGRAFIA: F. Radin i G. Radossi, La comunità rimasta, Zagabria 2001.

S. Lusa

www.circoloistria.it

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Literatura

F. Radin i G. Radossi, La comunità rimasta, Zagabria 2001.