Dvigrad, (fotografija vlasništvo Glasa Istre, snimio Milivoj Mijošek), 2017.

Duecastelli

Duecastelli (cr. Dvigrad), i resti della città medievale nel canale di Leme, nelle vicinanze di Canfanaro, su una delle più importanti strade che collegano il mare con l'entroterra dell'Istria (45°08′N; 13°49′E). È un importante sito archeologico nell'ambito dell'offerta turistica del comune di Canfanaro.

La maggior attrazione sono le rovine dell'ultima fase della città collocate sull'altura Moncastello. Sulla vicina sporgenza rocciosa Castel Parentin (all'ovest di Moncastello) si trovava un'altra fortificazione, abbandonata già nel primo medio evo. Grazie all'eccellente posizione strategica, alla vicinanza dell'acqua e all'abbondante terreno fertile, l'area era abitata già nella preistoria (forma del tipico castelliere a terrazza, ritrovamenti di ceramiche). I ritrovamenti archeologici confermano la continua presenza di abitanti nella zona di Duecastelli dall'antichità (la ceramica, le armi, gli utensili d'uso quotidiano, la numismatica, i monumenti epigrafici). In quel periodo l'abitato era stato inserito nel sistema di difesa del confine nord dell'agro polese. Sotto le mura di Duecastelli sono stati notati i resti della strada antica romana, che portava da Pola, attraverso Valle e Duecastelli fino all'entroterra dell'Istria. Dopo numerose epidemie della peste bubbonica, verso la fine del VI e gli inizi del VII sec., incominciano a insediarsi i primi gruppi slavi. Nelle fonti storiche Duecastelli è nominato per la prima volta nel 879, quando a posto del vescovato polese il patriarca d'Aquilea ottene la giurisdizione di Docastelli. I patriarchi attraverso i propri poteri feudali influiscono sulla vita pubblica e amministrativa della città per un paio di secoli futuri. Verso la fine del XIII sec. i conti di Gorizia ottengono il possesso sulla città, e il patriarca è presente solo come una forma di potere nominale. Nel corso del XIII sec. muta gradualmente la struttura etnica degli abitanti della città, e nonostante il maggior afflusso di abitanti tedeschi, ben presto gli slavi diventano la maggioranza. Nel corso del XIV sec. l'influsso di Venezia aumenta, però questa assume il potere amministrativo solo nel 1413, quando è stato emanato lo Statuto del comune di Duecastelli, con il quale il potere del patriarca viene definitivamente annullato. Dopo il periodo di sviluppo sotto il dominio della Serenissima, verso la fine del XV sec. accade una nuova epidemia di peste, e agli inizi del XVI sec. anche di malaria. Contemporaneamente affluisce una nuova onda di immigranti, soprattutto i profughi davanti alle conquiste ottomane dal retroterra della Dalmazia settentrionale e dalla Herzegovina. All'epoca della guerra degli Uscocchi tra Venezia e l'Austria, Duecastelli nel 1615 resiste all'assedio che durò diversi giorni, però tutti i villaggi nelle vicinanze sono andati distrutti. A causa di tali condizioni gli abitanti gradualmente lasciavano la città e si stabilivano nei territori adiacenti. Attorno alla metà del XVII sec., a Docastelli viveva solo un paio di famiglie. L'abbandono della chiesa di Santa Sofia nel 1714 e il trasferimento della parrocchia a Canfanaro significava anche la fine del castello.

I resti visibili oggi sono quelli della rovina di un abitato urbano in Istria è offrono un quadro specifico una tipica città medievale completamente conservata, cioè il castello. La città è cinta con doppie mura di difesa, collegate da tre porte della città. Nella composizione delle mura interne ci sono tre torri, che sono state edificate durante il XIV sec. All'interno delle mura sono stati conservati i resti di più di 200 edifici e le vie di comunicazione tra questi. La chiesa di Santa Sofia domina la parte centrale della città che è anche il suo punto più alto. Le ricerche hanno riportato alcune fasi della costruzione della chiesa. Nella fase più antica, quella del primo cristianesimo (seconda metà del V sec.), la chiesa aveva una navata con l'abside a pianta semicircolare. Verso la fine del VIII sec. sono state aggiunte nuove costruzioni, e la chiesa raggiunge tre absidi a pianta semicircolare. Contemporaneamente la chiesa viene ornata con gli affreschi, e in seguito (IX - X sec.) alla parte sud vengono costruiti la cappella (battistero) e il campanile. La chiesa acquista l'aspetto odierno dell'edificio a tre navate con tre absidi a pianta semicircolare, nel periodo dell'età romanica (XIII sec.). Durante il XIV sec. alla parte nord è stata costruita la sagrestia. Al periodo gotico appartiene il pulpito a sei lati, ornato con i rilievo (oggi nella chiesa parrocchiale di San Silvestro a Canfanaro). Davanti alla chiesa si trovava la piazza principale circondata con edifici rappresentativi - il palazzo municipale alla parte est e gli spazi che appartenevano al capitolo alla parte ovest. All'ovest dalla basilica si trova una serie di stanze connesse al sistema della fortificazione, che servivano per l'alloggio delle guarnigioni. A sud ovest dell'abitato era situata la zona destinata agli artigiani, mentre la parte restante era completata soprattutto con gli edifici destinati all'abitazione. Il cimitero della tarda antichità e del primo medio evo che apparteneva alla città si trovava vicino alla chiesa di San Pietro sul sito Kacavanac a sud di Duecastelli. Il cimitero nuovo, funzionante anche oggi giorno, si trova appiè del pendio nord di Duecastelli accanto alla chiesa di Santa Maria di Lacuzzo. La chiesa è in stile romanico con l'abside semicircolare e con la rocca sulla facciata. La parte interna e il baldacchino in muratura sono ornati con gli affreschi di Maestro Variopinto (in cr. Šareni majstor) (fine del XV sec.). Il medesimo maestro ha affrescato anche la chiesetta di San Antonio Abate a sud di Duecastelli. Nell'epoca medievale, a Duecastelli c'erano più di 20 chiese, dalle quali sono rimaste conservate solo alcune. La cappella romanica di Sant'Elia si trova a sud di Duecastelli. L'anno 1492 inciso sull'architrave della porta informa sulla pre-edificazione della volta. Al cimitero in Ladici c'è la chiesa romanica di San Sisto, con il campanile nell'angolo nord ovest. Alla parte nord di Ladici si trovano i resti della chiesa del primo cristianesimo di San Giusto. La chiesa del primo romanico di Sant'Agata tra i Vidulini e il Canfanaro ha una navata con l'abside poligonale sporgente, nella quale sono conservati i resti degli affreschi. All'ovest dalla chiesa si trovano i resti della chiesa romanica di San Giacomo, accanto alla quale, secondo le fonti storiche, passava il confine tra il territorio di Duecastelli e quello di Gimino. Un ruolo importante nella storia di Duecastelli avevano i benedettini, il cui ordine ha iniziato a operare sul territorio di Duecastelli nella seconda metà del X sec. A parte l'edificazione di alcuni conventi, tra i quali il più importante era quello di San Petronilo, i benedettini avevano ravvivato l'area coltivando i terreni abbandonati. I resti della chiesa del convento si trovano lungo la strada per Canfanaro. La chiesa è a una navata, con l'abside sporgente a forma rettangolare e con le lesene sul muro esterno. Nelle fondamenta è conservata anche la chiesa del convento benedettino di San Pietro nelle catene a Fratria nella Stanzia di Ulisic a sud di Barato, e fa parte dei rari esempi delle chiese romaniche con tre absidi sporgenti a pianta semicircolare.

BIBLIOGRAFIA: B. Fučić, Istarske freske, 1963; M. Bertoša, Dvigradsko područje prema nekim dokumentima iz XVI–XVIII.st., Jadranski zbornik, 1969, 7; M. Bertoša, Antroponimija dvigradskog područja 1400–1750, ibid.; isti, Kompleks bazilike Sv. Sofije u Dvigradu, Histria Archaeologica, 1971, 4; isti, Kasnoantičko i ranosrednjovjekovno groblje kaštela Dvigrad, 1970; F. Juroš-Monfardin, Dvigrad: povijesno-arheološka skica, Histria Archaeologica, 30, 1999.

M. Barada

Komentari

    Trenutno nema objavljenih komentara.

Ostavi komentar

* Slanjem komentara prihvaćate Pravila obrade Vaših osobnih podataka (e-mail i IP adresa). cancel reply


Literatura

Branko Fučić, Istarske freske, Zagreb 1963.; Miroslav Bertoša, „Dvigradsko područje prema nekim dokumentima iz XVI-XVIII. st.“, Jadranski zbornik, 7, 1966.-1969., 161-176; isti, „Antroponimija dvigradskog područja 1400-1750“, isto, 177-205; Branko Marušić, „Kasnoantičko i ranosrednjovjekovno groblje kaštela Dvograd“, 1, 1, 1970.; isti, „Kompleks bazilike sv. Sofije u Dvogradu“, Histria archaeologica, 2, 2, 1971.; Fina Juroš-Monfardin, „Dvigrad: povijesno-arheološka skica“, Histria archaeologica, 30/1999, 2001., 155-165; Maurizio Levak, „Nastanak i povijesni razvoj ranosrednjovjekovnog Dvigrada“, Annales, 17, 2, 2007., 305-314; Slaven Bertoša, „Dvigrad i njegovo područje – povijesni pregled“, Statut Dvigradske općine, Pazin-Kanfanar 2007., 19-31.