Pićan, veduta, (snimio Vladimir Bugarin), 2007.

Pedena

Pedena, abitato e centro comunale nella parte centrale dell'Istria (45°12´N; 14°3´E; 335 m d'alt.); 360 ab. (2001). Collocato a 12 km a sud est da Pisino, sulla strada statale (D48) Pisino - Chersano. È stato eretto sul colle calcareo dominante all'ovest di Piana d'Arsa. La base economica consiste nell'agricoltura e nella zootecnia.

Nel passato c'era anche la miniera di carbon fossile. È abitato dalla preistoria (castelliere), ed era poi il caposaldo e l'abitato romano Petina. Dalla tarda antichità al XVIII sec. era il centro del vescovato di Pinguente. Durante il governo bizantino era il centro amministrativo del territorio nell'Istria centrale (tra l'Arsia e il territorio controllato da Parenzo, Pinguente e Montona). L'imperatore Ottone III (983 - 1002) ha ceduto Pisino e Pedena ai patriarchi d'Aquilea con tutti i diritti sul territorio delle città in raggio di tre miglia. Nel XII sec. i patriarchi hanno affidato il feudo di Pedena al conte Menhard Schwarzenburg, il fondatore della contea di Pisino. Nel 1374 come parte della contea è passato sotto il potere degli Asburgo, nelle cui proprietà rimane per un lungo periodo di tempo. Nel 1508 per un breve periodo lo occupa l'esercito della Serenissima. Nel periodo di Francesco Massimiliano Vaccano, nel 1653 è scoppiata la rivolta dei servitori della gleba, durante la quale è stata profanata la cattedrale, è stato invaso e saccheggiato il castello vescovile, e il vescovo doveva scappare. Dopo l'annullamento del vescovato, Pedena è diventata il centro del decanato, il che è rimasta fino ai nostri giorni, e nel 1939 tramite il decreto del vescovo Antonio Santini è stata proclamata l'arcipretura. Dopo la II guerra mondiale si trasferiscono in Italia, insieme al vescovo alcune famiglie italiane. Fino al 1993, Pedena è stata parte del Comune di Albona, e d'allora è comune autonomo con dieci villaggi (Grobenico dei Carnelli, Giacomici, Carbune, Cucurini, Mantovani, Orici, Pedena, Santa Caterina, Tupliacco, Zaici) e un centinaio di frazioni (2002 ab, 2001). Nel medioevo era circondato da mura di difesa, che in parte sono conservate ancora oggi. Le porte della città del XIV sec. sono la parte più conservata delle mura, e nel 1613 le ha restaurate il vescovo A. Zara (1601 - 1621). Di fronte alle porte alla loro sinistra si trova il parco nel quale è collocata la statua di San Giovanni Nepomuceno del 1714. Al livello sotto il parco è situata la chiesetta di San Rocco, la cui pietra fondamentale ha posto il vescovo Gasparo Bobek (1631 - 1634), e il vescovo Antonio Marenzi (1637 - 1646) ha portato al termine l'edificazione. Accanto al cimitero al di fuori delle mura della città c'è la chiesetta romanica a una navata con l'abside a semicerchio prominente. È consacrata a San Michele, e affrescata con opere dalla prima metà del XV sec. (le immagini della Passione di Cristo, L'omaggio dei tre Re Magi e il Giudizio Universale). L'ex palazzo vescovile si trova dalla parte interna a destra delle porte della città. Il campanile alto 48 metri è stato eretto nel 1872 ed è il terzo per l'altezza in Istria. Vicino a questo è situata la misura in pietra che un tempo si usava per la colletta della decima. L'odierna chiesa parrocchiale, un tempo cattedrale, è sorta sulle fondamenta della chiesetta del XIV sec., e A. Zara aveva iniziato la restaurazione (1608 - 1613). Il vescovo Bonifacio Cecotti l'ha edificata nel 1753 fino alle dimensioni esterne che ha ancora oggi, mentre il vescovo Aldrago Piccardi ha arredato gli interni in stile barocco. Sotto le lastre del pavimento della chiesa si trovano alcune tombe dei vescovi pedenesi. Pedena ha avuto il primo organo nel periodo del vescovato di Antonio Marenzi (1637 - 1646). Nella sagrestia si conserva l'armadio del primo gotico dal 1741 in noce con gli ornamenti dorati e la croce, e il mantello del vescovo intessuto con il filo d'oro, che l'imperatrice Maria Teresia ha donato al vescovato di Pedena. È stato conservato l'ostensorio del XVI sec ai piedi del quale sporge lo stemma del vescovo Giovanni Barboa (1525 - 1547), la croce - reliquiario di produzione tedesca del XVI sec, e doppi recipienti per l'olio sacro. È di elaborata realizzazione la lucerna ad olio dalla fine del XVII sec. All'altare principale c'è il coro in legno rinascimentale e il dipinto del 1738 di Valentin Metzinger.

BIBLIOGRAFIA: Camilo De Franceschi, Storia documentata della Contea di Pisino, AMSI, 1964, 10–12; M. Bertoša, Mletačke arhivske vijesti o buni seljaka u Pazinskoj grofoviji godine 1653, VHARP, 1973, 18; I. Grah, Izvještaji pićanskih biskupa Svetoj Stolici (1589–1780), Croatica Christiana periodica 1980, 6; M. Bartolić, I. Grah (priređivači), Crkva u Istri, osobe, mjesta i drugi podaci Porečke i Pulske biskupije, Pazin 1999.

E. Orbanić

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Literatura

Camilo De Franceschi, Storia documentata della Contea di Pisino, AMSI, 1964, 10–12; Miroslav Bertoša, Mletačke arhivske vijesti o buni seljaka u Pazinskoj grofoviji godine 1653, Vjesnik HARP-a, 1973., 18; Ivan Grah, Izvještaji pićanskih biskupa Svetoj Stolici (1589–1780), Croatica Christiana periodica, 8, 1980.; Marijan Bartolić, Ivan Grah (priređivači), Crkva u Istri, osobe, mjesta i drugi podaci Porečke i Pulske biskupije, Pazin 1999.; "Istarska toponimija", Istarska enciklopedija, Zagreb 2005., 929-944; Statut Općine Pićan, pročišćeni tekst, 29. 3. 2021.

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